“Non è detto che mi manchi” è un romanzo di Bianca Marconero edito da Newton Compoton Editori nell’estate del 2018. I protagonisti della storia sono Pietro Foscarini, “Fosco” per gli amici, e Emilia Levoskova. Lui è un mago nel programmare i videogiochi ma ha finito per lavorare come editore in una rivista di famiglia e si limita a recenserli, invece di programmarli.
Lei è di una bellezza mozzafiato. Fa la modella, la instagirl, e altri lavori che le consentono di accrescere la sua fama senza dover rivelare i suoi gravi problemi di apprendimento.
Si conoscono proprio nel luogo di lavoro di Fosco, ovvero la redazione di famiglia che ospita diverse riviste. Emi è lì per firmare un contratto trimestrale di collaborazione con una rivista per ragazze. Anche se ancora non lo sanno, entrambi condividono il fardello di dover fare un lavoro che non amano per accontentare qualcuno. Nel caso di Fosco si tratta di Gaia, la sua fidanzata storica che lo reputa un perditempo.
“Era questo che sognavo di fare “da grande”, ma il tempo passa, e ho scoperto che ciò che diventi da grande non è il risultato dei proclami che fai da ragazzino, ma piuttosto una conseguenza dei dettagli apparentemente irrilevanti che si accumulano sulla tua strada. Sorridi a una ragazza in un bar e tre anni dopo quella stessa ragazza si aspetta un gesto maturo da parte tua. E visto che la maturità delle persone si misura dalla considerazione che danno al potere d’acquisto del proprio stipendio, devo chiedere il posto di caporedattore.”
Emilia invece soffre di gravi problemi di apprendimento che si sono trasformati anche in problemi di autostima perché la madre, nonché sua manager, ha finito per convincerla di essere stupida. Non è strano, quindi, che l’abbia persuasa che nella vita non poteva fare altro che farsi fotografare e fare la mantenuta.
In un modo assolutamente bizzarro, dopo una sequenza incredibile di eventi improbabili, complice anche un ascensore guasto e il tradimento di Gaia, Emilia e Fosco capiscono di potersi aiutare a vicenda, in primis diventato coinquilini.
“Si gira verso di me. Mi giro verso di lui. Ci scambiamo uno sguardo e ho la strana sensazione che appartenga a un noi che ancora non esiste. È come se questo momento ci precedesse e ci mostrasse qualcosa che ignoriamo”
Secondo voi quanto può durare una convivenza di sola amicizia tra due persone che si attraggono e riescono a vedere quella parte del tuo carattere invisibile agli occhi di tutti? Quella parte della quale ti vergogni, che ti fa sentire insicuro e che hanno sempre usato contro di te? La risposta direi che è ovvia, molto poco.
Se aggiungiamo il fatto che Emilia, oltre ad essere bellissima, è una cuoca eccezionale e che Fosco è una persona gentile e premurosa direi che il tempo si riduce ulteriormente.
“Perché magari è vero che ci si infatua alla cieca, per una faccenda di chimica e di sguardi, ma la persona che mi sta stringendo tra le braccia mi promette una vita in cui finirà sempre bene. In cui mi sentirò sempre compresa senza dover sprecare una sola parola. Credo all’illusione perfetta di aver messo la mia vita nelle mani di qualcuno che la tratterà con cura.”
O forse no? Non è forse vero che, molto spesso, quando tutto sembra essersi risolto accade qualcosa di assolutamente inaspettato che rimescola le carte? Non vi resta che leggere “Non è detto che mi manchi” per scoprirlo.
“Non è detto che mi manchi” è il primo romanzo che leggo di Bianca Marconero ma sono certa che ne seguiranno altri.
Lo stile narrativo è scorrevole e in alcuni passaggi anche molto poetico. Mi dispiace che nella recensione ho potuto riportare solo tre citazioni (per non cambiare la struttura delle recensioni) perché mi ha conquistata.
E’ scritto in prima persona. Un capitolo è dal punto di vista di Pietro e uno di Emilia. Adoro questo modo di raccontare la storia perché ti senti più parte della vicenda.
Mi sono piaciuti molto i messaggi di fondo. Trovare il coraggio di essere chi si vuole essere, di fare ciò che si ama fare. Come Emilia, ed esempio, che voleva fare la cuoca ma è stata convinta di essere stupida e di non poter fare nulla da sola nella vita.
Mi è piaciuto il tema del gioco di Fosco: non essere nessuno senza un cuore e ritornare se stessi solo quando si rimette il cuore al centro del petto. Io ho voluto interpretare questo messaggio che si è vivi solo quando si ascoltano le proprie emozioni e i propri sentimenti.
Sicuramente molte persone potranno rispecchiarsi nel senso di angoscia e impotenza che hanno provato Emilia e Pietro a causa delle loro famiglie.
Sono contenta che si sia parlato anche di questo argomento. È terribile quando i tuoi genitori hanno delle aspettative sulla tua vita che tu puntualmente ti senti di deludere perché non corrispondono alla visione che hai tu del tuo futuro.
Nonostante tutto questo c’è qualcosa nella storia non mi ha convinto al cento per cento. Non saprei dire cosa ma rispetto ad altre letture questa non mi ha tolto il sonno.
L’ho letto comunque con molto piacere e, come dicevo, sicuramente leggerò altri libri di Bianca Marconero. Mi sarebbe piaciuto approfondire la relazione tra Alice e Alessandro (i due migliori amici), non ho capito il perché di quell’astio tra loro ma magari può essere uno spunto per il prossimo romanzo!
Non mi resta che salutarvi e ricordarvi che se volete acquistare una copia di “Non è detto che mi manchi” vi basta cliccare sulla copertina all’inizio dell’articolo.
Alla prossima recensione!